Viaggio della Memoria 2024

Il progetto, in collaborazione con ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) di Udine  si pone l’obiettivo di implementare la conoscenza delle terribili vicende legate alle deportazioni nei campi di concentramento durate la Seconda guerra mondiale, in particolare:

del campo di Mauthausen: cava di granito ove il regime nazista installò uno dei più famigerati Lager, dichiarato monumento nel 1949 a perpetua memoria delle “inumanità perpetrate da uomini su altri uomini”;

del Castello di Hartheim e della mostra “Il valore della vita”, edificio utilizzato da regine nazista per la realizzazione del progetto di sterminio denominato Aktion T4: ossia di “eutanasia” che prevedeva l’eliminazione di persone affetta da disabilità fisiche e mentali;

della partecipazione, nella mattinata del 5 maggio 2024, alla cerimonia internazionale di commemorazione dei caduti e alla sfilata nel “Cortile d’Appello” in occasione del 79^ Anniversario della Liberazione del campo di Mauthausen.

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Questo viaggio è stato estremamente toccante e significativo per noi. Ci ha permesso di concretizzare ciò che fino ad oggi avevamo solo letto nei libri.
Siamo rimasti in particolare colpiti dai contrasti evidenti nelle varie visite che abbiamo compiuto: la necessità di mantenere la pulizia in un luogo destinato alla morte, la crudele frase "il lavoro rende liberi", che accoglieva i prigionieri nonostante venissero privati non solo della libertà, ma anche della dignità e soprattutto ci ha impressionate la rigogliosa vegetazione che oggi cresce in luoghi di dolore, la quale fiorisce sulle ceneri di chi ha perso tragicamente la vita.

A Dachau abbiamo assistito ad un altro contrasto significativo. Dopo la liberazione, il campo è diventato un luogo di rinascita oltre che di memoria. Le baracche, prima luoghi di sofferenza per i deportati, sono state utilizzate per dare rifugio a madri e bambini senza casa, e alcune sono state trasformate in edifici scolastici. Questa progressione positiva ci ha regalato un po' di speranza, che abbiamo ritrovato anche durante la visita degli ultimi piani del castello di Hartheim.

Entrare in questi luoghi dove è stata perpetrata tanta violenza non è stato facile, ma è stato necessario. Non possiamo dimenticare il dolore e la sofferenza che sono stati inflitti in questi luoghi, né possiamo ignorare il coraggio e la resilienza dimostrati dalle vittime e dai sopravvissuti. È nostro dovere onorare la memoria di coloro che hanno perso la vita e impegnarci affinché tragedie simili non si ripetano mai più nella storia umana.
Questo viaggio ci ha spinti a riflettere più profondamente sul valore della libertà e della dignità umana, e ci ha motivati a impegnarci attivamente per costruire un mondo più giusto e compassionevole per la nostra e le generazioni future.

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Da quando ho iniziato a studiare più seriamente la storia dell'uomo, ho abbandonato l'idea di Dio poiché non potevo concepire che “un Dio buono e giusto” potesse permettere che le tragedie succedessero, soprattutto a persone considerate innocenti.

Con il concetto di Dio, ho abbandonato anche quelli di Inferno e Paradiso convincendomi che se ci fosse stato qualcosa dopo la morte sicuramente non avrebbe rispettato la visione dantesca dell'Aldilà. Quando però ho varcato le soglie dei campi di concentramento di Dachau e Mauthausen, ho capito che l'Inferno esiste e non è “divino”, bensì interamente ideato dall'uomo che, credendosi un Dio, decide chi vive (e come vivere) e chi muore (e come morire).

Le cose successe negli “inferni” sparsi per l'Europa, sono imperdonabili e una macchia di sangue coprirà per sempre gli anni delle dittature fascista e nazista. Quando però ricordiamo le milioni di morti segnate sulle mani di Adolf Hitler e Benito Mussolini, dobbiamo ricordarci anche di tutte quelle prima e dopo che vengono fin troppo spesso dimenticate, anche loro causate da un'idea, un sacrificio o un Dio crudelmente umano.

Voglio concludere questo mio piccolo pensiero con una speranza che sembra quasi bambina: che le guerre diventino un ricordo lontano e non il passatempo preferito dell'uomo.

Vittoria

Allegati

pensiero di Rossana, Stella, Elisa.pdf